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mercoledì 11 maggio 2011

CONDIVIDERE I GIOCHI

Ecco cosa ci racconta la nostra Nonna Lì sul gioco:

Non è solo il muovere le mani, l’agire con il corpo, il gioco. Per il bambino è il lavoro, vi impegna tutti i suoi sensi e le sue capacità.
Inizialmente utilizza maggiormente il tatto ( le mani, la bocca), poi la vista, l’udito.
Mentre gioca e attraverso il gioco, si costruisce l’idea prima del suo piccolo mondo: la sua stanza, la sua casa, quindi i dintorni, la città dove vive.
Esplora la realtà, la fa sua, la modifica, la interpreta, in poche parole se la cuce addosso. Dapprima si stanca presto di un gioco e salta dall’uno all’altro senza soluzione di continuità.
Condividerne i giochi, per me, significa fornirgli gli stimoli diversificati per stimolare gli interessi, ma non scegliere per lui come giocare e con che cosa.
E’ lui che deve scegliere e io essere partecipe occasionale ai suoi giochi, mai gli imporrò la mia presenza, ma ci sarò sempre, all’occorrenza, quando lui cerca condivisione nel gioco, quando richiede il mio aiuto, la mia complicità.
Poi, piano piano, sarà lui ad offrirmi il suo aiuto e spero che saprò sempre mettermi al suo livello ricordando…..
Ricordando che la stagione dei giochi non ha età. Si dice che il bambino che c’è in ognuno di noi prenda il sopravvento e…..ma è veramente così? Ognuno di noi è un mondo complesso composto da tanti compartimenti e la ‘sezione divertimento’ in cui il gioco è compreso è parte integrante in ognuno di noi. Grandi o piccoli.
Perciò mi gratifica condividere i giochi con il mio Angelo. Creare insieme oggetti con il pongo. Ideare percorsi con le automobili (la sua passione), insegnargli a tirare la palla nel piccolo canestro appeso ad una parete della sua camera, realizzare disegni coloratissimi a due mani e fantasiose costruzioni o, sempre a due mani trarre improbabili note dall’ organo elettrico.
Ma tutto questo non durerà molto perché il mio Angelo, precoce come non mai, sta già dando segni di avanzamento nel cammino della vita.
Sono sicura che la mia prossima visita sarà piena di sorprendenti novità.



Nonna Lì

lunedì 25 aprile 2011

TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA, UNA MAESTRA RACCONTA

Gli insegnanti vivono in generale la peggiore delle dittature: quella di non disporre di mezzi e risorse per svolgere al meglio il loro delicatissimo mestiere. Prigionieri di un sistema che non consente loro alcuna libertà d'azione, reagiscono, si ingegnano, si sforzano di offrire il meglio ai nostri bambini. Un anniversario come quello di oggi ci sembra la data più opportuna per riflettere su questo argomento: riusciremo mai a liberarci del problema dei tagli alla scuola pubblica?

Ecco cosa ci racconta in merito Sara, una maestra che ha voluto regalarci una sua testimonianza:

Salve a tutti!

Sono la mamma di due meravigliose bambine di sei e quattro anni. Sannita doc, vivo e insegno nella scuola primaria a Roma da undici anni poiché non ho avuto la possibilità di inserirmi in ambito lavorativo nel mio paese. Dopo tanti anni di gavetta, mi ritrovo ancora ad essere una precaria! Ho solo trentasei anni ma per i sacrifici che ho fatto a volte me ne sento cinquanta… Mi rendo conto che esistono situazioni ben peggiori della mia, però vorrei sfatare la leggenda secondo la quale "fare la maestra"sarebbe un privilegio in termini di orario e ferie. Forse trent’anni fa era così, ma oggi le cose sono decisamente cambiate.

Mi sono fatta le ossa lavorando in diverse zone della capitale, ho gestito bambini con problematiche di ogni genere, ho vissuto realtà dure e contesti familiari assai difficili. Quest'anno lavoro in una piccola scuola dove mi sono state assegnati l’insegnamento dell’inglese, il compito di sostenere i piccoli in difficoltà e le discipline laboratoriali dove ogni alunno dovrebbe vivere in un ambiente “aperto” esperienze gratificanti, maturare la consapevolezza di se, stimolare e sviluppare la creatività, le emozioni ed i sentimenti. Ma organizzare al meglio le cose non è semplice, visto che non dispongo di strumenti, materiali e strutture adeguate.

Evito di addentrarmi nel capitolo degli edifici scolastici non a norma perché mi perderei in una disquisizione senza fine, ma evidenzio un unico dato: le aule sono così piccole che i bambini hanno persino difficoltà negli spostamenti, con buona pace della legge 626.
E’ ormai arcinoto che la scuola pubblica non viva una stagione facile. Il presente, già complicato, sembra dover cedere il passo ad un futuro ancor più opaco. L’aspetto più grave della faccenda è che viviamo il tutto nella quasi totale indifferenza.

Il bene educativo, ritenuto a buon diritto da tutta la comunità internazionale l'investimento strategico essenziale per il futuro di ogni Paese, in Italia è considerato una "spesa eccessiva"da dover assottigliare ogni anno. La ministra Gelmini parla di qualità della scuola...Sinceramente non trovo la forza di commentare il suo operato, o meglio, evito di farlo perché rischierei di trascendere.

La scuola è vista come un'azienda che produce. I dirigenti scolastici, da bravi manager,devono far quadrare il bilancio. Il bambino affetto da qualche problematica costa e il “manager” deve contenere le spese. Non sono previsti insegnanti di sostegno per i bambini con disturbi del linguaggio o affetti da lieve ritardo, ma solo per le gravi patologie.

Anche il supplente costa, quindi spesso mi ritrovo a dover gestire bambini di diverse classi che si aggiungono ai miei piccoli. Non è semplice, visto che nella mia classe ci sono tre bambini che necessitano di particolare attenzione. Per non parlare poi del momento dell'uscita! Ma chi conosce i genitori dei bambini di altre classi? O peggio ancora, chi ne è responsabile?

Nonostante le difficoltà cerco sempre di assicurare ai miei alunni un anno scolastico ricco di esperienze dense e significative, capaci di sostenere ed arricchire la loro crescita. Leggo nei loro occhi che il mio lavoro un senso ce l’ha, che i miei sforzi non sono vani, che apprendono, imparano, crescono. La maggior parte della classe apprende con facilità, ma gli altri? Vivo la frustrazione per non riuscire a fare abbastanza per gli alunni che, pur essendo intelligentissimi, al termine dell’anno scolastico non riescono ancora a leggere. La loro difficoltà ha un nome: dislessia. Io mi impegno, seguo dei corsi specifici per poterli assistere al meglio, rubando spazio alla mia vita di donna, alle mie figlie. Ma non è abbastanza…

Karl Popper diceva:" Non ci sono discipline ma solo problemi e l'esigenza di risolverli”. Siccome io lavoro con "materia umana" non posso accettare la situazione attuale che prevede ulteriori tagli nella scuola che non "PRODUCE" ma "FORMA" l'individuo.
Le difficoltà non mi hanno mai scoraggiata e anche quest'anno mi sono reinventata come maestra. I miei bambini non potranno avere il massimo, ma neanche il minimo. Sono tendenzialmente fiduciosa in un cambiamento positivo, o forse sostanzialmente ottimista. Ma nei momenti particolarmente complicati mi domando, sia come mamma che come insegnante, riusciremo mai ad organizzare un'unità di intenti necessaria per non privare i nostri figli delle opportunità di crescita e sviluppo a cui hanno diritto?

La risposta non è semplice, ed è sempre doloroso per una maestra non avere risposte.

Un bacio a tutti i genitori, e ovviamente ai bambini.
Con affetto, Sara.

mercoledì 20 aprile 2011

IL MESTIERE DEI NONNI

Il mestiere di nonno è, a volte, impegnativo e faticoso ma allo stesso tempo coinvolgente e appagante. L’amore tra nonni e nipoti non ha cantori celebri, è un dato di fatto, anche se i poeti rarissimamente hanno trovato parole da spendere in merito…
Pensate agli innumerevoli versi che hanno cantato l’amore tra un uomo e una donna; ai poeti e ai pittori che hanno immortalato, in versi e su tela, l’amore tra madri e figli, un po’ meno quello tra fratelli, quasi misconosciuto, come per i nonni o per i padri.

Essere nonni al giorno di oggi è uno status sempre in evoluzione e sempre più diversificato, sempre più spesso una scelta. Per lo più i casi della vita permettono, a volte però obbligano a scegliere ‘come’ si desideri o si possa essere nonni. I nonni di oggi, poi, non sono i ‘vecchi matusa’ di un tempo: vivaci e pieni di vita, con i loro nipoti ridono e scherzano regalando allegria. Sorridono sempre quando vedono i loro tesori e li intrattengono con storie di vita avventurose ed emozionanti. Bassi od alti, magri o grassi, diversi tra loro, hanno in comune l’amore per i bimbi.

Ben oltre il divertimento ed il piacere del giocare insieme e delle cure, allo stesso tempo tenere ed affettuose, non prive però di un certo rigore, il rapporto tra nonni e nipoti può arrivare ad una effettiva condivisione di ‘vita’. Mi spiego meglio: quando non ci si limita a svolgere mere funzioni di babysitteraggio, ma, trattando il piccolo come un uguale, salendo al suo stesso livello, si comunicano valori, saperi del passato non trascurando progresso e contemporaneità.

Oggi, purtroppo e sempre più spesso, i rapporti sono ostacolati dalla distanza fisica del vivere un città o, addirittura, in stati diversi. Ognuno ha la propria vita negli spazi e nel tempo che si è scelto e non sempre si può, o si vuole, modificare la situazione.

Si tratta solo di viverla al meglio. Come si dice oggi, a valere non è la quantità del tempo che si trascorre insieme, ma la sua qualità.

Nonna Lì

lunedì 18 aprile 2011

BIMBI IN TV: FARESTE FARE UN PROVINO AI VOSTRI BAMBINI? E SE NO, PERCHE?

Ricordate la memorabile interpretazione dell’immensa Anna Magnani in “Bellissima”, il celeberrimo film di Luchino Visconti? Questa è la trama: un regista annuncia che vuole ingaggiare un'attrice bambina "bellissima"; una moltitudine di mamme romane si riversa su Cinecittà proponendo la magnificenza delle proprie piccine. Tra di loro, Maddalena Cecconi, madre determinatissima di Maria che farebbe di tutto pur di inserire sua figlia nel mondo dello spettacolo. Mentre si perde in un caos di uffici e contatti più o meno attendibili per ottenere la parte, si imbatte in Alberto Annovazzi (Walter Chiari), il quale le fa credere di essere l'aiutante del regista e di poterla aiutare a far passare la bimba al concorso dietro compenso.

La piccola ottiene il provino, ma quando Maddalena prende visione del video, si accorge dolorosamente di avere una figlia impacciata e piangente che viene derisa dal regista e dal cast. Maria conquista comunque la parte e un fruttuoso contratto ma la madre, ormai disincantata, si inviperisce , si infiamma di sdegno e, dopo aver fatto una violenta scenata, trascina via la piccola dal set.

Il film è datato 1951, ma le tematiche affrontate sono ancora attualissime. Lo scorso 23 Febbraio Le Iene Show ha dedicato un servizio all’argomento: un finto casting per un fantomatico reality in stile Grande Fratello riservato a bambini dai 4 agli 11 anni. Il risultato è stato inquietante: alcuni genitori si sono dimostrati disposti a tutto pur di trasformare i loro figli in baby vip.

Le condizioni indispensabili indicate erano queste: niente scuola per 6 settimane, gossip a volontà e telecamere 24 ore su 24. Soltanto pochi genitori si sono dimostrati disgustati alla proposta, altri hanno acconsentito a torturare i loro figli con lampade, piercing tatuaggi, extension, dimostrandosi addirittura favorevoli a farli ingrassare e/o dimagrire e a nutrirli esclusivamente con bevande energizzanti e merendine degli sponsor.

Fermo restando che l’episodio appena segnalato è un caso limite che scavalla prepotentemente qualsiasi logica di amore filiale e sconfina evidentemente nella follia allo stato puro, vi proponiamo un quesito: qualora doveste incappare in un casting gestito da seri professionisti il cui oggetto fosse una semplice comparsata del vostro cucciolo in una famosa fiction, oppure qualche istante di apparizione in una pubblicità destinata al mondo bambinesco, rifiutereste oppure no? E se sì, avete voglia di spiegarci i motivi del vostro dissenso?

venerdì 15 aprile 2011

VINCI UN POMERIGGIO IN PISCINA ...

Si è concluso il termine per partecipare al concorso Vinci un pomeriggio in piscina!

La nostra redazione è stata invasa da un’onda anomala: centinaia di foto di cuccioli vestiti solo del fantastico costumino pannolino Huggies Littleswimmers. Le pose sono spettacolari: a gattoni, sottosopra, con la lingua di fuori, mentre tentano di affogare la sorellina, fissano con aria perplessa i rotolini della pancetta o baciano appassionatamente il fidanzatino/a di turno.

Belli? Di più, s-t-r-e-p-i-t-o-s-i !

Ora tocca a te eleggere Miss/Mister Huggies Littleswimmers: i cinque sirenetti protagonisti delle foto più votate vinceranno una speciale lezione di nuoto neonatale. Coccolato dalle attenzioni dello staff di Freds Swim Academy, ciascun vincitore potrà scegliere cinque amichetti del cuore con i quali sguazzare in assoluta libertà e sicurezza!

Armati di mouse e vota la tua foto preferita su www.zero6.eu ! Le foto saranno on line a partire da oggi pomeriggio fino al 25 Aprile 2011.